Stamattina ho accompagnato Sara, una ragazza che lavora per il Centro Risorse India dove siamo alloggiate, in cerca di nuovi itinerari "didattici" da proporre agli studenti che vengono qui a studiare hindi. Ha già trovato dei piccoli tesori della città, come il quartiere degli artigiani che producono giocattoli in legno (dove mi porterà una di queste prossime mattine), e oggi l'idea era di trovare i luoghi dove i musulmani producono i sari, i vestiti da donna tipici indiani e in particolare di Varanasi.
E' stato più difficile del previsto e in realtà abbiamo scovato solo un tessitore in una magnifica stanza adibiita a laboratorio, con un telaio in legno degno dei tempi che furono, con cui si è scambiato quattro chiacchere (Sara parla perfettamente hindi e io capisco qualcosa), ma per il resto nient'altro.
Così, ci siamo spinte più a nord, entrando nel bazar di Goudolia e iniziando a perderci per i vicoli, dove europei e turisti in genere non si inoltrano, oltre le botteghe più frequentate da locali e stranieri, finendo in un mondo fuori dal tempo.
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la bottega dei chutney (mango, peperoncino, etc.) |
Che meraviglia. Ci siamo stancate, faceva molto caldo, ma ne valeva la pena. Non riuscivamo a fermarci, come inghiottite dalla sorpresa che ogni angolo di strada poteva riservarci. Non ho fatto molte foto, non volevo rompere l'incanto dei saluti con la gente nelle botteghe e fuori dalle case, ma qualche reperto l'ho riportato a casa. Ma nessuna foto può rendere l'idea di odori, suoni,sensazioni.
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banane essiccate e altre delizie |
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una delle tante pasticcerie |
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il barbiere |
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una pentola gigante (e Sara dietro) |
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