mercoledì 4 novembre 2015

Un pomeriggio a Goudolia

Ieri pomeriggio io e Sara abbiamo cercato di reagire al torpore del dopo pranzo provocato dalle solite temperature che invitano poco all'azione uscendo verso le quattro e dirigendoci verso la zona entro la quale -  le avevano segnalato - dovevano esserci degli artigiani che costruivano strumenti musicali. In realtà, pur chiedendo ad un paio di music center, pare non ce ne siano più.
A non magra consolazione abbiamo pensato di gettarci tra le braccia dello street food. Dopo esserci procurate una soda (acqua frizzante), un limone e del sale ci siamo dirette nella più affollata friggitoria lì intorno dove si era fatta ressa di locali, sempre intenti a sgranocchiare qualcosa. Ci siamo preparate la bibita tipica di qui (soda, lemon e un po' di sale) e ci siamo prese due samosa calde calde appena fatte in un padellone davanti a noi. Che buone!

In fondo non tanto diverse da quelle che ogni tanto con le amiche del lavoro ci procuriamo in zona Piazza Vittorio a Roma, e questo mi consola, le potrò rimangiare presto. Una samosa cinque rupie, niente, tra l'altro, mentre nei localetti per turisti le fanno pagare anche dieci volte tanto.
Poi siamo passate alla bottega accanto per assaggiare dei dolcetti, ma al solito, niente da fare, troppo troppo zucchero. Questi in particolare sarebbero stati anche buoni con meno dolce, non si sentiva altro sapore se non l'acqua di rose, che peccato. Ma agli indiani piacciono così.

E così siamo passate poi per altri negozi fino ad entrare nei vicoli di Goudolia, una sorta di mercato nei vicoli, naturalmente regrigerati essendo stretti come calli veneziane. Siamo capitate, guarda caso, davanti a un altra friggitoria storica, frequentata esclusivamente da gente del posto e dove si può mangiare uno snack sul posto e portare a casa la cena. E' installata in una nicchia con un tempio. Assai bizzarro. Non ci siamo potute esimere da prendere qualcosa, optando per una sorta di crocchettona di patate rotonda naturalmente speziata servita (due pezzi) in un piatto con due tipi di salse. Bontà sopraffina. E digeribili. All'ora di cena ce ne eravamo completamente dimenticate, per intenderci, eppure non erano proprio piccoline. Lo street food indiano, se si sa dove andare, si conferma tra i migliori nel mondo (insieme a quello palermitano, non poi tanto differente).


Abbiamo continuato a girottare un po' per i vicoli, ma purtroppo la mia macchinetta fotografica ha fatto fiasco. Anche se non perfette, che almeno rendino un po' l'idea, ecco se non altro una bottega del tè in una stradina...





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