mercoledì 4 novembre 2015

Una preghiera


Un pomeriggio a Goudolia

Ieri pomeriggio io e Sara abbiamo cercato di reagire al torpore del dopo pranzo provocato dalle solite temperature che invitano poco all'azione uscendo verso le quattro e dirigendoci verso la zona entro la quale -  le avevano segnalato - dovevano esserci degli artigiani che costruivano strumenti musicali. In realtà, pur chiedendo ad un paio di music center, pare non ce ne siano più.
A non magra consolazione abbiamo pensato di gettarci tra le braccia dello street food. Dopo esserci procurate una soda (acqua frizzante), un limone e del sale ci siamo dirette nella più affollata friggitoria lì intorno dove si era fatta ressa di locali, sempre intenti a sgranocchiare qualcosa. Ci siamo preparate la bibita tipica di qui (soda, lemon e un po' di sale) e ci siamo prese due samosa calde calde appena fatte in un padellone davanti a noi. Che buone!

martedì 3 novembre 2015

Ancora in giro

La passeggiata di stamattina. Non mi stanco mai di perdermi nelle strade, nei vicoli e poi tornare a casa passando dai ghat. Non è solo un viaggio nello spazio, ma anche nel tempo. Varanasi avrebbe bisogno di sette vite per essere conosciuta a fondo.


domenica 1 novembre 2015

Di ritorno, il fiume


 


Ci siamo rese conto solo dopo un bel po di essere finite davvero lontano da casa, fino a punti della città che nessuna delle due aveva mai raggiunto. Ci siamo spinte fino sulle sponde del fiume per orientarci, ci siamo affacciate da una scalinata e lo spettacolo è stato magnifico: gente che lavava i panni, che faceva il bagno, bambini che giocavano e sguazzavano nell'acqua...

A passeggio per i vicoli della città vecchia

Stamattina ho accompagnato Sara, una ragazza che lavora per il Centro Risorse India dove siamo alloggiate, in cerca di nuovi itinerari "didattici" da proporre agli studenti che vengono qui a studiare hindi. Ha già trovato dei piccoli tesori della città, come il quartiere degli artigiani che producono giocattoli in legno (dove mi porterà una di queste prossime mattine), e oggi l'idea era di trovare i luoghi dove i musulmani producono i sari, i vestiti da donna tipici indiani e in particolare di Varanasi.
E' stato più difficile del previsto e in realtà abbiamo scovato solo un tessitore in una magnifica stanza adibiita a laboratorio, con un telaio in legno degno dei tempi che furono, con cui si è scambiato quattro chiacchere (Sara parla perfettamente hindi e io capisco qualcosa), ma per il resto nient'altro.
Così, ci siamo spinte più a nord, entrando nel bazar di Goudolia e iniziando a perderci per i vicoli, dove europei e turisti in genere non si inoltrano, oltre le botteghe più frequentate da locali e stranieri, finendo in un mondo fuori dal tempo.

la bottega dei chutney (mango, peperoncino, etc.)

Una passeggiata in città

sabato 31 ottobre 2015

La vita a Varanasi

In questi giorni passati a Varanasi non ho avuto ancora modo di scrivere, un po' per connessione non proprio rapida e un po' perchè il tempo passa e non ce se ne accorge.
Non sto facendo esattamente vita da turista, sono già stata qui per quasi un mese due anni fa ma avrei ancora tante cose da vedere, è che quello che mi piace più fare tutto sommato non è tanto andare a vedere i templi ma vivere la vita cittadina.
Così la mattina vado in genere a fare una passeggiata sui ghat, il lungofiume,le scalinate sul Gange, faccio qualche foto, poi ritorno imboccando vicoli della città vecchia all'interno e mi diverto a perdermi, sapendo che tanto prima o poi sulla strada maestra ci torni andando verso destra e in direzione del Gange a sinistra.


lunedì 26 ottobre 2015

Il viaggio a Varanasi

E' l'ultimo giorno in cui viaggio con Ranjeet e la sua macchina. Partiamo di buon'ora da Khajuraho salutando Surendra e i suoi gentilissimi colleghi (abbiamo saputo poi che sono tutti membri della famiglia del proprietario dell'hotel) e facendo le ultime foto. Ci attendono circa tre ore e mezzo di strada sterrata fino a Satna, dove prenderò il treno che in sette ore mi porterà a Varanasi.
La strada si è rivelata poi forse addirittura peggiore delle aspettative, Ranjeet è un ottimo autista e deve essere stato esausto: non solo occhi, come al solito, davanti e di lato di continuo per sorpassi (altrui) azzardati, mucche, cani e ovini che attraversano la strada, trattori, carretti, etc. ma anche attenzione alle buche, spesso dei baratri.

domenica 25 ottobre 2015

Altri templi di Khajuraho

io e Ranjeet ai templi

Vita al villaggio vecchio di Khajuraho


I meravigliosi templi di Khajuraho (Western group)

Ci siamo alzati alle cinque e mezza e alle sei eravamo già davanti alla biglietteria del parco archeologico, che come è ovvio trattandosi di India ha aperto circa venti minuti dopo quanto era stato comunicato. La luce a quell'ora è la migliore per vedere e fotografare i templi anche se le foto non rendono che la minima parte dello spettacolo splendido che offrono le architetture e le sculture che si sono parate davanti ai nostri occhi.


sabato 24 ottobre 2015

Una sera in terrazza a Khajuraho

Dopo un viaggio di circa quattro ore stamattina, siamo arrivati, partendo da Orccha, finalmente a Khajuraho, l'ultima tappa prima di fermarmi per dieci giorni a Varanasi.
Il caldo si fa sempre più sentire. Si dice che questo sia, insieme all'ottobre scorso, uno degli "ottobri" più torridi degli ultimi anni.
Il tempo di lasciare i bagagli all'Isabel Palace Hotel, un grazioso e pulitissimo alberghetto a conduzione familiare (Isabel è la figlia del proprietario, che si è sposato con una spagnola e vive da qualche anno in Belgio) e siamo ripartiti subito alla ricerca di un pranzo decente, 

Con Surendra, il gentilissimo factotum dell'hotel

venerdì 23 ottobre 2015

Tramonti a Orchha


Il Palace di Orchha

Davvero una gemma nascosta Orchha, anche se il turismo indiano e internazionale stanno iniziando a scoprirla. Andateci prima che cambi la bella armosfera che si respira, che la vita nel paese non sia più la stessa e che Orchha non sia più così come è ora. Indimenticabile.


L'albergo a Orchha

Sebbene gestito davvero malamente da personale alquanto gaglioffo, la struttura merita qualche foto. Si tratta di uno di quelle dimore storiche trasformate in hotel di cui l'India è piena, tutte piuttosto fascinose anche se spesso un po' malandate. Ecco qualche immagine:

il salottino con caminetto nella mia stanza

Scimmie nel Palace ad Orchha



Ai cenotafi di Orchha


Street life

Sulla strada per Orchha...


Vita sul fiume a Orchha

gente

giovedì 22 ottobre 2015

Intorno e ancora dentro al Forte


Dentro il Forte

Foto dei luoghi all'interno del Forte di Gwalior. Purtroppo la luce non era delle migliori, molta foschia, un caldo soffocante, ma ne valeva la pena.In tutto avremo incontrato 5 o 6 turisti occidentali, e qualche sparuto gruppetto di turisti indiani. Meglio così.


In viaggio verso Gwalior

Stamattina la sveglia è suonata alle quattro e un quarto. Come mai svegliarmi alle sette per andare al lavoro comporta una fatica epica mentre stamani in un batter d'occhio ero sveglia, lavata, vestita e con un tè fumante in mano?
Il tassì è arrivato anche prima del previsto e mi sono precipitata giù, nonostante l'ora suonava il clacson! Abbiamo attraversato Delhi che era ancora buio e mai l'ho vista così bella, semideserta, senza traffico, i porticati illuminati del centro, le grandi strade intorno al Parlamento, che bellezza, quasi commovente! Ero incantata, sempre sommersa da un traffico infernale, meritava di essere vista così, prima dell'alba, nuda, pulita anche, una grande metropoli addormentata.

la stazione ancora semideserta

martedì 20 ottobre 2015

Girottare per Delhi sud

Lo ammetto, non avevo nessuna voglia di fare la turista oggi e di andar per mausolei & co. Fa davvero caldo e non mi sembra neanche molto secco come mi aspettavo, una bella differenza con la volta in cui sono venuta i primi di dicembre (periodo consigliato). Io, almeno, sudo. E bevo instancabilmente. I pochi pezzi di strada a piedi sotto il sole sono piuttosto ardui da sopportare, dunque oggi ho preferito andare a braccio e fare man mano quello che mi andava.

dall'autorickshaw
Dopo uno scambio di chiacchere con Ajay, il padrone di casa, durante il quale abbiamo stabilito che giovedì mattina per prendere il treno delle sei per Agra partirò da qui alle cinque meno un quarto con sua figlia che deve prendere un treno alla stessa ora e dunque prenderemo il taxi insieme, sono partita alla volta del Village, qui ad Hauz Khas. E' la zona "posh", alla moda, dove si trovano delle scuole di moda, di musica, di design, e ci sono gallerie e negozi radical-chic abbastanza cari anche se per noi tutto sommato abbastanza abbordabili.

tipiche strade
case del village
I giardini del Village poi sono davvero un'oasi di pace. Sono frequentati dai ragazzi delle scuole d'arte, riconoscibili perchè per lo più sono armati di fogli e matite, o delle scuole di musica,a giudicare dalle custodie degli strumenti, e molti vanno lì anche per la pausa pranzo, è una location ideale per mangiare qualcosa nel silenzio e all'ombra.


















Io invece ho pranzato da Naivedyam, un ristorantino molto carino dove si fa cucina dell'India del sud. Mi è stato consigliato da Ajay e ne avevo letto, dunque meritava una visita. E una volta assaggiato  dosa e idli non ho potuto che constatare e confermare la meritata fama. Rigorosamente frequentato da locali, nonostante mi sia accorta dopo che è segnalato dalla Lonely Planet, con camerieri solerti ma non invadenti, l'attesa è stata brevissima, papadam, dosa e idli fantastici, per non parlare dei chutney e del sanbar d'accompagnamento. Il chutney di cocco era particolarmente entusiasmante, il cameriere deve aver capito e mi ha portato una seconda porzione. Non sono riuscita a finire tutto, ma il bollente tè verde e i semini digestivi di fine pasto hanno fatto sì che il pranzo sia risultato incredibilmente leggero quanto a digestione.
Non ho avuto il coraggio di fotografare la tavola, mi scuso, ma basti l'idea.
Il pomeriggio è passato tra Khan Market e M e N Block Markets con passaggi a negozi imprescindibili come Fabindia e Anokhi, sia per qualche capo di abbigliamento che per fragole e pesche essiccate e simili altri delizie buone per il viaggio in macchina dei prossimi giorni.
Stanca e desiderosa di tornare a casa, eccomi qua. Stasera un filmone in tv e gelato al mango saranno compagni di una perfetta serata di relax.

lunedì 19 ottobre 2015

L'arrivo

Non ho ancora foto da postare. Ieri sono arrivata intorno alle 11 di mattina nella casa di Hauz Khas village a Delhi in stato comatoso. Devo avere ecceduto nelle valeriane, passiflore, etc. per stemperare l'ansia da volo con il risultato di brancolare a occhi chiusi già dal secondo volo, il Dubai-Delhi. Ieri ho praticamente dormito due-tre ore appena arrivata, più o meno, e poi sono uscita a fare compere, non avevo nessuna intenzione di dovermi procacciare il cibo all'ora di cena. Così ho trovato beni di conforto come tofu con verdure già pronto, latte di soia e di cocco, un hummus all'olio d'oliva,crackers tutti bio integrali e blablabla, frutta secca e fresca come papaya, banane, mele e dei pomodori, insapori come ormai i nostri.
Ho trovato perfino un gelato vegan al mango della White Club, la gelateria che aprì a Gurgaon un paio di anni fa e che poi chiuse iniziando a produrre su larga scala. Mangiato sulla papaya fatta a tocchetti ha costituito un'esperienza mistica.
Non sono ancora completamente rimessa dal viaggio, tra mal di testa e rimbambimento da erbe soporifere, ma devo andare in banca e poi mi lancio in un paio di market. Vorrei vedere anche la tomba di Humayum che in tutte le volte che sono stata a Delhi ho vergognosamente saltato,
Vedrò se il caldo non sarà di impedimento.
Stamattina a colazione (con ceci e puri, che sarebbe pane fritto, e frutta) ho conosciuto una ragazza di Tokyo che è qui per la sua agenzia di viaggio e una giovane storica anglo-indiana che ha passato del tempo in Pakistan per delle conferenze e ora è qui sempre per lavoro, viene spessissimo essendo specializzata in arte locale. Abbiamo chiaccherato per un'oretta con loro e il padrone di casa Ajay, molto cerimonioso, con moglie trattata come la serva, infatti pensavo lo fosse.
A più tardi.

sabato 17 ottobre 2015

In partenza!


Ci siamo. Tra poco meno di 24 ore il decollo. Roma-Dubai e Dubai-Delhi.
Quest'anno risiederò ad Hauz Khas a Delhi, il quartierino "posh" vicino al parco dei daini pieno di gallerie e negozi di designer, stilisti, etc. naturalmente sempre con quel che di decadente e sgarrupato che in India non manca mai.
Quando inventeranno il teletrasporto? che noia il volo, le attese, i decolli e gli atterraggi, le trasferte dall'aeroporto, rintracciare la casa (gli indirizzi a Delhi sono un enigma e neanche i taxisti ci si raccapezzano) e il jet leg e compagnia bella.
Ci vediamo presto su queste pagine. Follow me!


venerdì 9 ottobre 2015

Una nota sulla mia India


Riporto qui uno scritto tratto da un post di un mio vecchio blog di viaggio:


Sono evidentemente deludente quando nel mio raccontare dell'India e ancor più di Varanasi sottolineo quanto io non sperimenti sulla mia pelle in alcun modo quella spiritualità da tanti decantata e che evidentemente dovrei "sentire" nel corso di ogni mio viaggio in questo paese. 
Vedo sempre sul volto dei miei interlocutori da un lato incredulità e dall'altro una profonda delusione. Forse pensare che esista un luogo ove riporre le proprie speranze circa una propria perduta religiosità deve risultare confortante.

mercoledì 30 settembre 2015

I motivi

"Chi ama l'India lo sa: non si sa esattamente perché la si ama. È sporca, è povera, è infetta; a volte è ladra e bugiarda, spesso maleodorante, corrotta, impietosa e indifferente. Eppure, una volta incontrata non se ne può fare a meno. Si soffre a starne lontani. Ma così è l'amore: istintivo, inspiegabile, disinteressato. Innamorati, non si sente ragione; non si ha paura di nulla; si è disposti a tutto.