sabato 24 ottobre 2015

Una sera in terrazza a Khajuraho

Dopo un viaggio di circa quattro ore stamattina, siamo arrivati, partendo da Orccha, finalmente a Khajuraho, l'ultima tappa prima di fermarmi per dieci giorni a Varanasi.
Il caldo si fa sempre più sentire. Si dice che questo sia, insieme all'ottobre scorso, uno degli "ottobri" più torridi degli ultimi anni.
Il tempo di lasciare i bagagli all'Isabel Palace Hotel, un grazioso e pulitissimo alberghetto a conduzione familiare (Isabel è la figlia del proprietario, che si è sposato con una spagnola e vive da qualche anno in Belgio) e siamo ripartiti subito alla ricerca di un pranzo decente, 

Con Surendra, il gentilissimo factotum dell'hotel
In questi giorni ci siamo sempre fermati in un dhaba, ovvero le trattorie tipiche, un po' come quelle nostrane, dove si fermano i camionisti o quelle nei paesi dove vanno i locali. Posti senza alcuno charme "occidentale" ma frequentati esclusivamente da indiani, Ottimo segno. E' gente che sa mangiare bene, Come noi italiani, almeno, un tempo, prima di imbastardirci con fast food e altre delizie,
Oggi siamo andati dunque in un posticino in centro di Khajuraho, un locale schifato dai turisti e frequentato solo da indiani, sia locali che in vacanza, una vera trattoria locale pure veg (significa vegetariana senza uso di uova) rumorosissima con il padrone alla cassa che dava ordini e trovava i tavoli alla gente in fila, i camerieri affacendati e velocissimi tra i clienti e dopo tre quarti d'ora di attesa ci siamo finalmente potuti sedere ormai sfiniti dalla fame alle due passate.
Abbiamo preso due thali, il classico pranzo indiano servito nel piatto di alluminio a più scomparti, con chapati, riso, due tipi di dal (lenticchie), delle verdure in pastella, salsette e non ricordo che altro: buonissimo! Piccante come di consueto ma non troppo, innaffiato da una gazzosa con succo di limone fresco! Proprio quello che volevo, soprattutto nessun occidentale nei dintorni che chiede burger, spaghetti o chissà che altra diavoleria involontariamente fusion. In poche parole, un locale NON segnalato dalla Lonely Planet, che sollievo.

Siamo tornati in albergo a riposare e ne siamo riemersi alle sei del pomeriggio per andare a vedere lo spettacolo di luci e suoni nel parco dei templi occidentali. Francamente niente di speciale, però è stata raccontata dettagliatamente la storia dei templi e di chi ci viveva, quanto a luci e suoni... mah, niente di che.
Al ritorno, sono salita in terrazza dell'hotel e ho mangiato delle verdure con una quantità incresciosa di nan, il pane che assomiglia alla nostra pizza bianca. Da sola, con un venticello tiepido, i ragazzi dell'hotel intorno ad anticipare i miei desideri e poi a fare due chiacchere, beh, mi sono sentita davvero bene. Sono quegli istanti assoluti in cui non esiste altro e si riesce a vivere qui ed ora. Mi potete capire?

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